Le autorità brasiliane hanno bloccato per la terza volta WhatsApp in otto mesi. Il motivo? Facebook – che è il proprietario della app – non vuole consegnare i messaggi dei criminali.
Aggiornamento: nella serata del 20, qualche ora dopo l’annuncio del blocco, i giudici hanno revocato il blocco forzato e WhatsApp è tornato a funzionare regolarmente in tutto il Brasile.
Ci risiamo, un giudice brasiliano ha bloccato Whatsapp in tutto il paese. Il Brasile è senza WhatsApp, l’applicazione non è più attiva. La causa è stata la decisione di Facebook di non consegnare alle autorità locale le registrazioni delle conversazioni WhatsApp di alcune persone sotto inchiesta per vari reati in un’indagine segreta. E’ la terza sospensione di WhatsApp in Brasile quest’anno, una guerra che Facebook – proprietario di Whatsapp – non vuole perdere.
La sentenza del giudice di Rio de Janeiro, Daniela Barbosa de Souza, ha un ordine preciso: sospensione del servizio in tutto il paese. Tutti gli operatori telefonici brasiliani sono stati notificati dal tribunale di Rio alle 11:30 con l’ordine era di interruzione immediata del servizio. In caso contrario, le aziende saranno soggette ad una multa giornaliera di 50.000 dollari. La misura è a tempo indeterminato.
La giustizia brasiliana ha richiesto tre volte a Facebook di consegnare le copie dei messaggi scambiati dalle persone sotto inchiesta, ma la società ha dichiarato di non conservare né copiare alcun messaggio dei suoi utenti WhatsApp.
Oltre alla sospensione del servizio, il giudice ha imposto una multa giornaliera per Facebook. Per ogni giorno che passa senza fornire le informazioni richieste, deve pagare 50.000 reais (poco più di 13.000 euro).
“Il servizio di messaggistica istantanea minaccia la sicurezza perché i criminali non utilizzano più il telefono per comunicare, ma WhatsApp, con la certezza che la giustizia non avrà accesso alle loro comunicazioni“, ha spiegato il giudice.
WhatsApp è già stato bloccato due volte per un ordine di un tribunale di primo grado in Brasile, sempre con l’accusa di non fornire informazioni utili alla sicurezza nel paese. Nel dicembre dello scorso anno, un giudice di Sao Bernardo do Campo ha sospeso e riattivato WhatsApp dodici ore dopo la sentenza in appello. A maggio un altro blocco, nello stato del Piaui, ritirato 24 ore più tardi.
Nelle precedenti due sospensioni, l’Agenzia nazionale delle telecomunicazioni (Anatelha) ha considerato le restrizioni sproporzionate, in quanto la decisione colpisce 100 milioni di utenti che usano WhatsApp in Brasile, senza commettere nulla di illegale.
E tu, da che parte stai? Se fossi al posto di WhatsApp consegneresti le conversazioni degli utenti per motivi di sicurezza? Dì la tua opinione lasciando un commento qui sotto.